La stazione
meteo amatoriale di Ceredo di Ghiffa
(latitudine=45°57'11"N; longitudine
8°35'55"E) si trova a 394 mt.s.l.m., sulla sponda Piemontese del Lago
Maggiore, sul fianco del Monte Cargiago, con vista sia sul Golfo Borromeo a SW
(insenatura del Lago Maggiore provocata dai ghiacciai della Val d'Ossola) che
sul ramo principale del Lago a SE.
Il pendio verso il più lontano Golfo Borromeo è più dolce mentre il pendio verso il più vicino ramo principale è più ripido.
In
condizioni di stabilità atmosferica spira durante il giorno
la
brezza di valle da SW,
frutto della
risalita
diurna di aria dalla più calda bassa valle del Ticino e dalla
Pianura Padana)
Di sera
spira
la brezza di pendio da NW,
che scende lungo il fianco del Monte Cargiago diretta verso il Lago.
La
freccia rossa indica la direzione della brezza diurna; la freccia blu indica la
direzione della brezza notturna; l'ovale indicato dalle punte delle frecce
indica la posizione della stazione meteorologica.
L'influsso del Lago sulle temperature.
Come è
noto le masse d'acqua si scaldano e si raffreddano più lentamente dell'aria. In
inverno il Lago è pertanto più caldo dell'aria circostante e tende a scaldarla,
con ripercussioni sulla quota neve, di qualche centinaio di metri più alta delle
zone limitrofe.
Per l'opposta ragione le temperature massime estive sono più basse e le
escursioni termiche sono più limitate rispetto alle zone limitrofe.
FORMAZIONE DELLE NUBI E DELLE PRECIPITAZIONI
Si ricorda che la temperatura di un gas è direttamente proporzionale alla
pressione ed inversamente proporzionale al volume.
Si ricorda inoltre che la quantità di vapore acqueo che può essere contenuto in
una massa d'aria è direttamente proporzionale alla temperatura.
Se in una massa d'aria satura di vapore la temperatura scende,
a seguito di moti ascendenti, il vapore in
eccesso è costretto a passare alla forma liquida (condensazione), con formazione
di nubi.
Se invece la temperatura sale,
a seguito di moti
discendenti, come avviene negli anticicloni (aree di alta pressione)
o nel foehn
(vedi oltre) l'acqua allo stato liquido evapora con conseguente
dissoluzione delle nubi.
LA FORMAZIONE DELLE NUBI
avviene a seguito dell'innesco di moti ascendenti.
Tali moti possono essere di 3 tipi:
1) SOLLEVAMENTO FRONTALE
2) SOLLEVAMENTO OROGRAFICO FORZATO
3) SOLLEVAMENTO CONVETTIVO
vedi capitolo "nelle calde giornate estive"
1) SOLLEVAMENTO FRONTALE
da interazioni di masse d'aria aventi
caratteristiche differenti, nell'ambito di un'area di bassa pressione.
Può essere a sua volta suddiviso in 3 tipi.
Fronte caldo:
quando una massa di aria calda si sovrappone ad una massa di aria fredda
ed è costretta a salirvi sopra.
Fronte freddo:
quando una massa di aria fredda si incunea sotto una preesistente massa di aria
più calda, facendola salire.
Fronte occluso:
Nella fase finale di una depressione
il fronte freddo, più veloce, raggiunge l'antistante fronte caldo,
l'aria calda si solleva completamente dal suolo e continua la sua risalita in
quota, dando fenomeni in progressiva attenuazione.
I fronti caldi, freddi ed
occlusi sulla nostra zona
Non
fatevi trarre in inganno dai nomi; in inverno i fronti caldi, oltre agli
occlusi, sono quelli che apportano più precipitazioni, anche nevose, poichè sono
preceduti da venti freddi orientali con raffreddamento dei bassi strati a
temperatura ottimale per la neve, su cui scorrono calde ed umide correnti
meridionali che formano le nubi.
I fronti occlusi sono costituiti da una bolla d'aria calda in quota ed aria
fredda al suolo; sono la conseguenza della fusione di un fronte caldo col
retrostante fronte freddo.
I fronti caldi sono più attivi in inverno
1) per il maggior contrasto termico con l'aria fredda al suolo
2)
poiché sono
situati solitamente nella parte settentrionale delle depressioni, che in inverno
si spingono più a Sud,
mentre i fronti freddi sono più attivi in estate sulla nostra zona oppure
nelle altre stagioni a latitudini più basse (p.es.Italia meridionale,
Nord-Africa ove possono aversi temporali anche in inverno) per il maggior
contrasto con l'aria calda al suolo.
I fronti occlusi sono più frequenti in inverno alle nostre latitudini,
trovandosi generalmente in estate a più alte latitudini, come avviene per i
fronti caldi. In estate la nostra zona è generalmente interessata, tramite il
fronte freddo, dalla parte meridionale di una depressione Nord-Europea.
In inverno, alla nostra latitudine, i fronti freddi sono preceduti da calde
correnti meridionali che danno moderata pioggia ; quando giunge l'aria fredda
retrostante, le precipitazioni sono ormai terminate. Si può tutt'al più vedere
qualche fiocco nella fase finale.
I temporali invernali nella nostra zona sono eccezionali e segnalano sempre
l'arrivo di aria eccezionalmente gelida.
Le perturbazioni provenienti dai quadranti
Occidentali e
Meridionali
aventi l'asse di saccatura proteso più a Sud delle Alpi Marittime,
aggirando tale ostacolo dal Golfo Ligure apportano precipitazioni anche
abbondanti a causa della risalita delle correnti meridionali prefrontali seguite
dalle correnti post-frontali, lungo il versante meridionale alpino. Il fronte si
riforma pertanto appena ad Est del crinale alpino Italo-Francese. (vedi immagini
sottostanti), per cui la nostra zona beneficia del
SOLLEVAMENTO FRONTALE
Quelle più consistenti in grado di dare alluvioni, specie su Valle d'Aosta e
Piemonte Occidentale (vedasi autunno 2000 in cui concorse anche un blocco
anticiclonico sui Balcani) sono quelle provenienti da Sud-Ovest, precedute da
correnti Sud-orientali parallele al fronte, seguite dall'aria fredda
post-frontale aggirante le Alpi Marittime, con riformazione del fronte su
Piemonte e Val d'Aosta e quindi beneficiando del
SOLLEVAMENTO FRONTALE e potenziamento delle precipitazioni per effetto Stau
(SOLLEVAMENTO
OROGRAFICO FORZATO) su
correnti a direttrice Sud-Orientale.
In primavera, autunno ed inverno (per il clima estivo vedi oltre),
se l'asse di saccatura non si protende più a
Sud delle Alpi Marittime non è possibile l'aggiramento dal Golfo Ligure da parte
delle correnti prefrontali e post-frontali.
Il fronte sfila pertanto a Nord delle Alpi; può entrare nel Vallese che, pur
essendo un Cantone Mediterraneo (il Rodano sbocca nel Tirreno) non ha ostacoli
naturali ad Ovest.
Le perturbazioni dai quadranti settentrionali
in autunno, inverno e primavera (per
il clima estivo vedi oltre) le umide correnti
sud-occidentali parallele al fronte e l'aria fredda post-frontale vengono bloccate dalle Alpi
Italo-Francesi (e non dalle vicine Alpi Italo-Svizzere!),
per cui
il fronte si riforma più a Sud-Est.
Il
Cantone Vallese, pur essendo una vallata Mediterranea, con altissime montagne
che lo separano a Nord dall'Oberland Bernese, può
beneficiare di precipitazioni, in queste situazioni, non avendo ostacoli naturali ad Ovest.
L'aria
fredda post-frontale si accumula nei bassi strati a Nord delle Alpi (ove aumenta pertanto la
pressione ma piove per l'ascensione forzata).
A Sud delle Alpi, pur essendovi tempo buono, si forma una depressione
sottovento poichè vi è fuoriuscita d'aria nei bassi strati verso il centro
depressionario situato più a Sud-Est e l'ingresso di aria post-frontale è bloccato
dalle Alpi.
Quando il gradiente pressorio Nord-Sud supera un certo limite, l'aria che preme sul
versante Nord si riversa tumultuosamente sul versante opposto assumendo carattere di foehn
(vedi sopra), specialmente nelle vallate prossime al Confine Italo-Svizzero
(Toce
e Ticino) ed al loro sbocco in pianura.
La soprastante mappa a 700 hPa mostra un fronte in arrivo da NW che si addossa all'opposto versante alpino, aggira le Alpi Italo-Francesi e si riforma più a Sud-Est di qui.
La mappa delle isoterme a 850 hPa (figura sopra) mostra l'arrivo di un fronte freddo da NW sull'Italia; le correnti prefrontali da SW (frecce rosse) e con esse le piogge, hanno aggirato le Alpi Italo-Francesi da Ventimiglia (ove pioveva, come si vede dalla foto sotto), hanno saltato il Ponente Ligure, il Piemonte e la Valle d'Aosta per proseguire sul Levante Ligure e le regioni Nord-Orientali.
20/03/04 sera: Veduta dalle alture di Ventimiglia
(IM) in direzione della costa francese.
Qui sotto riporto una situazione simile vista dal satellite:
2) SOLLEVAMENTO OROGRAFICO FORZATO
vedi capitolo "Stau" ed "irruzione di correnti
orientali."
Stau e foehn
sono due opposti
fenomeni, tipici di questa zona, secondari all'interazione di masse d'aria
con le alte montagne circostanti.
Si ricorda che la temperatura di un gas è direttamente proporzionale alla
pressione ed inversamente proporzionale al volume.
Si ricorda inoltre che la quantità di vapore acqueo che può essere contenuto in
una massa d'aria è direttamente proporzionale alla temperatura.
Se in una massa d'aria satura di vapore la temperatura scende, il vapore in
eccesso è costretto a passare alla forma liquida (condensazione), con formazione
di nubi.
Se invece la temperatura sale, l'acqua allo stato liquido evapora con conseguente
dissoluzione delle nubi.
Stau
(in tedesco=accumulo, ingorgo) consiste nella risalita forzata di una massa d'aria
lungo un pendio; incontrando pressioni circostanti via via minori si ha
espansione (aumento di volume) cui consegue raffreddamento, condensazione del
vapore acqueo, formazione di nubi e precipitazioni.
Foehn
Nel versante opposto, la discesa forzata dell'aria ne provoca la compressione
(incontrando pressioni via via crescenti), riscaldamento, dissoluzione
delle nubi e calo dell'umidità relativa. (Meccanismo simile ad una
pompa di bicicletta che si riscalda a seguito della compressione dell'aria
operata dal pistone).
Ne consegue che sul versante meridionale alpino i venti meridionali danno Stau e
quelli settentrionali danno foehn; il contrario accade nel versante
settentrionale.
Il foehn assume la massima intensità allo sbocco della Val d'Ossola (tra
Gravellona Toce e Fondotoce) e della Valle del Ticino ( Piana di Magadino,
Verbano Svizzero e Lido di Cannobio, come ben sanno i velisti).
Attenzione ! quando cessa il vento cessa anche l'effetto foehn; l'aria fredda
sopraggiunta riacquista le caratteristiche originarie dando estese gelate
notturne che pochi si aspettano dopo una giornata tiepida!
Le irruzioni di correnti orientali.
da Est o Nord-Est, entrando dal Golfo di
Venezia, incanalandosi nella Pianura Padana e risalendo la valle del Ticino,
sui Laghi si presentano come venti provenienti da Sud (primo paradosso), detti inverna.
Nelle prime fasi le correnti orientali, essendo la Val Padana
chiusa dai monti ad Ovest, in Piemonte e Val d'Aosta possono dare
precipitazioni deboli-moderate per Stau (SOLLEVAMENTO
OROGRAFICO FORZATO), in presenza di alta pressione
atmosferica conseguente all'accumulo d'aria (secondo paradosso); nelle fasi
successive il cielo diviene sereno favorendo estese gelate in inverno.
In montagna le stesse correnti
assumono carattere discendente dal crinale, assumendo
l'aspetto di foehn (porzione rossa della figura sotto).
Il 6 Gennaio 2003 mattina, qui a Ghiffa si sono alternati più volte Stau e foehn; nel
pomeriggio, da Cannero Riviera verso Sud c'era Stau, con cielo coperto e virga nevose,
mentre da Cannobio verso Nord c'era il sole con forte vento di foehn.
Le virga sono precipitazioni che evaporano prima di raggiungere le basse quote,
in presenza di aria secca continentale
(vedi foto sottostanti).
In aria secca,
col punto di rugiada al di sotto dello zero, il fiocco di neve
sublima lentamente (passa dalla forma solida a quella di vapore) anziché passare
allo stato liquido e trasformarsi in pioggia. Pertanto può rimanere in forma
solida, pur riducendosi gradualmente di volume, anche a temperature superiori
allo zero.
06/01/03: Virga nevose sul Golfo Borromeo e sulla sponda Lombarda del
Verbano.
Immagine
satellitare del 06/01/2003
Gentilmente fornitami da Pierluigi Randi
Meteoromagna
Il paradosso barometrico piemontese
Come accennato poco sopra, nella
nostra zona non sempre è valida l'equivalenza: bassa pressione=maltempo; alta
pressione=tempo buono.
Con lo Stau da Est può nevicare con pressioni superiori a 1025 hPa, mentre col
foehn vi sono giornate limpide con la pressione sotto ai 1.000 hPa.
Il record di bassa pressione di 989 hPa registrato nel Dicembre 1999 a seguito
del passaggio della depressione "Lothar" che causò alluvioni in Francia e
Germania corrispose ad una giornata limpida e soleggiata con forte vento di
foehn, mentre uno Stau da Est ha portato 4 cm. di neve tra il 16 ed il 17 Febbraio
2003 con 1028 hPa di pressione.
Per i suddetti motivi, le stazioncine meteo automatiche in cui compare l'icona
del sole quando si alza la pressione e l'icona della pioggia quando si abbassa
la pressione, nella nostra zona sbagliano spesso e volentieri.
3) SOLLEVAMENTO CONVETTIVO
Nelle calde giornate estive
l'elevata instabilità
atmosferica causata principalmente dal forte quantitativo di vapore acqueo, dall'intenso
riscaldamento del suolo e dalla risalita forzata della brezza di valle diurna fa
sì che si sviluppino temporali anche in regime anticiclonico, bastando un minimo
stimolo iniziale per innescare violenti moti ascendenti autoalimentantisi a
seguito del
rilascio del calore latente di condensazione, facente sì che l'aria in ascesa si trovi
a temperatura sempre maggiore rispetto all'aria circostante e possa così continuare a salire autonomamente senza più bisogno
della spinta iniziale, formando i cumulonembi temporaleschi.
L'innesco di
tale processo convettivo autoalimentantesi è facilitato dal passaggio di perturbazioni anche di moderata intensità indipendentemente
dalla direttrice di moto ed anche se interessanti solo marginalmente la
nostra zona.
Contrariamente a quanto accade nelle rimanenti stagioni, sono
proprio le perturbazioni da Nord che apportano i temporali più violenti per
SOLLEVAMENTO CONVETTIVO, ossia: il
maggiore contrasto termico tra l'aria fredda (che essendo più densa tende
a scendere) presente a quote superiori alle creste alpine e quella caldo-umido
sottostante (che essendo meno densa tende a salire), con innesco di forti moti
verticali. Fermo restando che il fronte freddo (la parte più attiva) della
perturbazione salta comunque la nostra zona, come descritto nel capitolo delle
"perturbazioni dai quadranti settentrionali."
Sul Lago Maggiore, in estate, possono formarsi anche temporali notturni;
se l'aria soprastante il lago è molto umida (per esempio dopo una giornata molto
calda) le fresche brezze di monte, confluendo sul Lago, s'incuneano sotto l'aria
più calda sollevandola, dando l'innesco iniziale alla formazione di correnti ascendenti
che si autoalimentano in seguito col meccanismo sopra descritto.
Nell'immagine satellitare sottostante due fronti da NW (linea blu), il 02/06/04 ed il 08/07/05, hanno dato luogo a correnti prefrontali piovose da Ventimiglia al Levante Ligure al Nord-Est italiano; la nostra zona (punto rosso), che in inverno sarebbe rimasta in ombra pluviometrica, pur essendo stata saltata dal fronte freddo e di conseguenza dal grosso delle precipitazioni, ha invece usufruito di temporali dovuti alla spiccata convenzione derivante dal contrasto tra il suolo caldo-umido e l'aria fredda in quota.
La piovosità
ha quindi un minimo invernale (prevalendo le perturbazioni a direttrice
settentrionale), due massimi in primavera ed autunno (prevalendo le grosse
perturbazioni atlantiche a direttrice Occidentale e Sud-Occidentale) ed un
livello intermedio in estate, manifestandosi sotto forma di frequenti temporali.
Dall'annuario meteorologico del 1995 scritto da Luigi Barbanti del
CNR -Istituto per lo Studio degli Ecosistemi,
Sezione di Idrobiologia-Verbania
la piovosità annuale media, nei
40 anni precedenti, risulta essere attorno ai
1.700 mm annui.
CONSIDERAZIONE CLIMATOLOGICA
Anche nell'estate 2005, come da un decennio a questa parte,
viene ribadita la latitanza estiva dell'anticiclone delle Azzorre
sul vicino Atlantico, che influenzava l'estate italiana con
aria oceanica dalle temperature più miti e dalla maggiore
umidità che favoriva i temporali da calore.
Eccone un esempio nella sinottica del
22/07/1960 riportato qui sotto.
Da
archivi Wetterzentrale
Tale struttura, sul vicino Atlantico, da un decennio
circa,è stata sostituita da un'area
depressionaria che innesca un richiamo di aria calda
e secca (o appena umidificata dal passaggio
sul MarTirreno)
sul suo bordo orientale situato sul Sahara,
cui consegue la formazione dell'anticiclone Nord-Africano
formato da un nucleo di aria calda e secca in quota che penetra
sui meridiani centrali europei; tale struttura assume il carattere
di anticiclone di blocco, che permane per lungo tempo nella medesima posizione,
annullando il normale flusso Ovest-Est delle aree di alta e di bassa
pressione.
Essendo un anticiclone
caratterizzato da correnti discendenti, la temperatura
dell'aria aumenta ulteriormente e
l'umidità diminuisce
ulteriormente per compressione adiabatica.
Vedi a titolo esemplificativo
la sinottica del 18/06/05 riportata qui sotto.
Per contro, in inverno,
l'anticiclone delle Azzorre
che prima stava relegato a basse latitudini,lasciando
strada alle perturbazioni atlantiche, adesso assume la
posizione che prima teneva in estate,
causando siccità invernali ripetute, più marcate
nell'Italia Nord-Occidentale, poiché le poche perturbazioni
dirette sull'Italia
provengono da Nord,
aggirano le Alpi Italo-francesi per riformarsi più a Sud-Est.
Vedi la sottostante sinottica del 24 Gennaio 2005.
IMPRESSIONE PERSONALE
(da non prendere come verità assoluta!!)
Le ondulazioni sinusoidali di Rossby sono aumentate d'ampiezza
aumentando gli scambi d'aria
lungo i meridiani tra regioni artiche e tropicali
a discapito del flusso da
Ovest ad Est lungo i paralleli.
Dicembre 2013: Le piramidi Egizie sotto la neve.
Novembre 2016
Ingenti danni per una tempesta di pioggia
(anzichè di
neve come di regola)
avvenuta nel Novembre 2016
alle isole Svalbard
a
mezza strada tra Capo Nord
ed il polo Nord.
Di conseguenza viene sempre meno l'influenza dell'Oceano Atlantico,
ed è sempre più frequente l'influenza
di anticicloni sahariani e di depressioni Scandinave.
Ambedue le figure contengono meno umidità
dell'Atlantico, il che spiega il calo
delle precipitazioni e la riduzione della nebbia in inverno.
Le ragioni di questo stravolgimento repentino
non sono attualmente note. C'è chi dice che sia colpa
delle emissioni dei gas serra, c'è chi dice
che sia uno dei tanti mutamenti climatici
avvenuti sul pianeta (anche se i passati mutamenti
sono stati sempre molto più lenti); c'è chi
dice che sia dovuto a
maggior energia proveniente dal Sole.
AGGIORNAMENTO DI
MARZO 2015
Le sottostanti immagini tratte dalla
rivista FOCUS- N 269
Marzo 2015
confortano le impressioni da me espresse
10 anni fa.
INCIPALE